Ma la passione cos’è veramente?

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Il Panettone Marchesi 2020 è frutto di una passione ardente che ci persuade ad un continuo lavoro di miglioramento, e che ci fa abbracciare la fatica del lavoro quotidiano. Ma la passione cosa è? Mi faccio aiutare da un recente articolo di Alessandro D’Avenia e da qualche lettura qua e la per provare a definirla, e così trovare la ragione di quello che faccio, ogni giorno… La passione ha due facce, dice D’Avenia. Una indica il trasporto verso qualcosa o qualcuno, l’altra la capacità di “patire” per quel qualcosa o per quel qualcuno. Chi ha passione per il lavoro, ad esempio, accetta volentieri la fatica che ne deriva, perché la passione coinvolge contemporaneamente sentimenti, intelligenza e volontà. Passione non è sensazione, percezione del mondo attraverso i sensi. Non è emozione, sentimento che condiziona comportamenti e pensieri. Non è altro che un’emozione che perdura ed occupa la mente e il cuore della persona, al punto da modificarne creativamente la vita. Una persona appassionata è determinata, ispirata, attiva, concentrata. Vive le cose e le ama. Proprio come una madre si alza di notte ad accudire il suo bambino, non perché ne ha piacere, ma perché lo ama. La passione, inoltre, non cerca la soddisfazione immediata, ma guarda al futuro grazie all’impegno nel presente. Non è cieca, ma visionaria, non assaggia ma divora. In ogni fetta del Panettone di Marchesi 2020 ci sono 40 anni di lavoro appassionato, di fatica e di miglioramento continuo. Ma soprattutto, c’è un orizzonte infinito di strada ancora da fare.
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Il Panettone Marchesi – Made in Bergamo

Su ogni Panettone Marchesi il Marchio Made in Bergamo
Ricordo che fino a qualche anno fa, diciamo una decina di anni, quando in vacanza in giro per il mondo mi chiedevano da dove venissi rispondevo sempre Bergamo e poi, dopo lo sguardo perplesso, dovevo aggiungere controvoglia near Milan. Come se avessi bisogno di qualcosa in più perché Bergamo non era abbastanza per rendere l’idea (non era abbastanza per gli altri non per me!).
In italia invece il clichè dopo il mio “Bergamo” (dove necessario perché da noi l’accento ha sempre orgogliosamente tradito la mia provenienza) era un maldestro de sura o de sota.

Negli ultimi anni invece la situazione era decisamente cambiata perché Bergamo si era riscoperta come gioiellino turistico, grazie all’ottimo lavoro di Visit Bergamo, allo scalo di Aereoporto Di Oro Al Serio Milano (Bergamo ) e Ryanair ed infine all’Atalanta che da anni insegna calcio in Italia ed in Europa.

Questa Primavera poi il dramma del Covid ci ha fatto balzare alla cronaca per la forza che ci contraddistingue. Gente che non chiede mai, che si aiuta “da sola” e che in alcuni momenti si “aiuta anche insieme” come abbiamo dimostrato con l’ospedale in Fiera.
Ora tutto il mondo ci riconosce di essere custodi di un territorio bellissimo dalle Valli ai Laghi e di una città che si esprime non solo attraverso il lavoro, ma anche l’arte, la cultura e la socialità. Ci invidiano il carattere e la resilienza, parola da qualche anno sulla bocca di tutti, ma molto meno nella testa e nel cuore.
Sono sempre stato super orgoglioso di poter dire Bergamo quando mi chiedevano da dove venissi ed ora, che non devo aggiungere neppure near Milan, lo sono ancora di più.
Quest’anno ho fortemente voluto che anche sul prodotto di punta del nostro laboratorio, il Panettone Marchesi, che gira il mondo in qualche migliaio di pezzi ogni anno, ci sia la risposta alla domanda “da dove viene” senza dover guardare l’etichetta. Ma come orgoglioso marchio di provenienza.
Ecco la coccarda che accompagnerà ogni creazione del Maestro Silvano Marchesi.
Puoi vedere tutti i gusti del Panettone Marchesi e vedere come lo produciamo cliccando qui.
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